Le principali problematiche produttive nel settore tessile

L’essere umano ha un bisogno costante di tessuti per le più svariate ragioni ed è proprio per questo che, a partire dall’antichità, l’industria tessile ha sempre presidiato un’importante fetta di mercato in tutto il globo. In questi anni questo florido settore si trova a dover affrontare tante nuove sfide e, tra queste, vi è il contrasto all’impatto ambientale e allo spreco di risorse.

Tra le principali problematiche produttive a cui far fronte ce n’è uno in particolare responsabile di sprechi e rallentamenti di produzione e che è noto come accumulo di cariche elettrostatiche. Tuttavia le sfide da superare sono molte di più ed è proprio grazie al supporto della tecnologia che il settore tessile potrebbe avviarsi verso una nuova transizione di sostenibilità e crescita.

L’accumulo di cariche elettrostatiche

Come dicevamo poc’anzi le sfide per il settore tessile sono tantissime tra cui figurano i rischi derivanti dal trattamento delle materie prime da tessitura che, come vedremo, sono soggette ad un fenomeno parecchio insidioso, Ci riferiamo agli accumuli di carica elettrostatica, problematica che può essere brillantemente risolta installando barre antistatiche.

In particolare laddove si lavorano tessuti a carica neutra come il poliestere, si verificano blocchi di produzione frequenti dovuti a disallineamenti, fallature e inceppamenti. L’origine di questi problemi, nella maggior parte dei casi, deriva dall’accumulo di cariche elettrostatiche generato dallo sfregamento tra macchinari e materiali a cariche neutre.

Si tratta di quella che comunemente chiamiamo come “scossa” quando tocchiamo la carrozzeria dell’auto o stringiamo la mano a qualcuno. Quello che potrebbe sembrare un fenomeno naturale innocuo, tuttavia, nell’industria tessile si rivela essere un problema parecchio insidioso. Solo installando barre antistatiche, o ionizzanti, è possibile evitare gli accumuli di cariche e prevenire scosse agli operatori, disallineamenti delle materie sui macchinari e sprechi di produzione.

L’utilizzo di risorse inquinanti

Secondo l’Oekom Research ed il WWF una ridotta porzione di aziende tessili a livello globale ha adottato soluzioni di contrasto all’inquinamento. Il settore produrrebbe 1,7 miliardi di tonnellate di CO2 ogni anno e sarebbe uno dei principali responsabili del cambiamento climatico. Inoltre l’industria tessile causerebbe un enorme dispendio di acqua, risorsa essenziale per la sopravvivenza dell’intero ecosistema globale.

Per le aziende impegnate nel settore tessile, quindi, la sfida da affrontare per il prossimo futuro sarà quella di soddisfare il continuo bisogno di abbigliamento adottando misure di tutela ambientale. Tra queste la più importante riguarda l’adozione di nuove pratiche di reperimento delle materie prime attraverso il riuso di tessuti giunti a fine vita.

In alcuni Paesi del mondo, soprattutto quelli meno sviluppati, il pronto-moda è responsabile di elevati tassi di inquinamento, oltre che di sfruttamento dei lavoratori sottoposti a condizioni terribili.

La scelta dei consumatori

Il contrasto all’inquinamento e agli sprechi causati dal settore tessile non è responsabilità solo del lato dell’offerta. Anche la domanda può contribuire in modo decisivo, acquistando capi d’abbigliamento e tessuti solo da produttori responsabili, prediligendo il mercato vintage e prestando maggiore attenzione alle merci di qualità. Il pronto-moda può essere sicuramente una valida alternativa d’abbigliamento a basso costo ma il conto che presenta all’ambiente, ad oggi, risulta essere troppo salato.