Gli anime che raccontano chi siamo

Al di là dei propri gusti personali, quando un prodotto artistico funziona e riesce a trasmettere qualcosa a chiunque decida di dedicargli del tempo, è difficile non essere oggettivi ed ammettere che abbia fatto centro.
Un esempio da questo punto di vista sono sicuramente gli anime, apprezzati da molti ma evitati da altrettanti, come ogni prodotto che si rispetti.
Ma come ho già detto, a volte, basta dare una possibilità e lasciarsi coinvolgere da quanto rappresentato e  a sostegno di quest’affermazione voglio far riferimento ad uno dei prodotti che più ho apprezzato nonostante io non sia una grande appassionata del genere: Death Parade.
Si tratta di un anime che si trova sospeso su un filo che sta tra la vita e la morte, la speranza e l’indifferenza, la bellezza e la mostruosità, tutte caratteristiche umane che ognuno possiede.
“Benvenuti al Quindecim”
“Benvenuti al Quindecim” è una delle affermazioni che più sentirete all’interno della serie e fa riferimento al luogo che ci troviamo davanti: all’apparenza un locale come tanti, elegante, raffinato, pieno di alcolici, forse un po’ tetro, ma niente che non si possa incontrare, ma proseguendo finirete per comprendere cosa rappresenta in realtà.
Ad accogliere i nuovi arrivati vi è Decim, anch’egli all’apparenza un semplice ma misterioso barman che si presenterà affermando che chi è entrato dovrà fare un gioco in cui sarà in palio la loro stessa vita, senza possibilità di tirarsi indietro.
Alla fine della prima puntata capirete già tutto: il Quindecim altro non è che l’oltretomba, ma non così come lo intendiamo in molti, ma come un non-luogo in cui le anime dei defunti dovranno sottoporsi al verdetto dei Giudici (di cui Decim fa parte) per decidere tra due alternative: la reincarnazione o il Vuoto senza fine in cui esiste solo la coscienza di sé.
La psicologia dei personaggi
La serie è costituita da dodici episodi, ognuno dei quali tende da un lato a sviscerare coloro che devono essere giudicati, dall’altro i giudici.
Sicuramente non affascina per via dell’idea che trasmette, ma per la capacità con cui rende quanto mai umani i personaggi rappresentati fatti di rabbia, cinismo, cattiveria, il tutto rappresentato attraverso dei flashback che ci mostrano il personaggio in vita ma che allo stesso servono per comprendere la sua attuale situazione.
Ecco che dunque una semplice animazione diviene un pretesto per riflettere sulla vita che viviamo, un modo per giungere alla fine in maniera dignitosa, grazie anche ad agenzie come la Cattolica San Lorenzo che si occupa di Onoranze funebri a Roma in grado di agire nel rispetto e nella volontà di chi non c’è e di chi c’è ancora.